Avviare un’attività commerciale in centro città

Cosa devi sapere se vuoi avviare un’attività commerciale in centro città

Quando si decide di avviare un’attività commerciale una delle prime decisioni da prendere è senza dubbio la scelta della location più adatta. Indipendentemente dal tipo di impresa, il luogo in cui si andrà ad insediare può determinare il successo o meno dell’attività. Aprire un negozio in una zona di periferia poco frequentata non è di certo una buona idea: poco contano la passione e l’entusiasmo dell’imprenditore in assenza di clienti. Se l’attività è su strada, l’ideale è individuare una location in un luogo di passaggio e molto frequentato, come ad esempio il centro storico della città.

È il nucleo della vita cittadina ed è sempre la zona in cui si registra la maggior concentrazione di attrattive storiche, artistiche e culturali, ma non solo: è il luogo dove si organizzano gli eventi perché raggiungibile da tutti i residenti e anche un’area dove si trovano gli uffici più importanti e prestigiosi insieme alle sedi di rappresentanza. Avviare un’attività commerciale nel centro storico significa quindi assicurarsi un’ottima visibilità ed entrare in un contesto dinamico e produttivo in cui si muovono turisti, lavoratori e anche residenti. Ovviamente non basta trovare un locale in centro e tirare su bottega: la scelta della tipologia di impresa deve essere presa con accuratezza e in considerazione di un target di clientela ben definito.

Quali sono i requisiti e le normative che regolamentano l’apertura di un’attività?

avviare un'attività commerciale

Avviare un’attività commerciale significa affrontare una serie di passaggi pratici e burocratici, anche se il Decreto Bersani del 1998 ha notevolmente semplificato la normativa in materia per favorire la nascita di nuove attività. Tale liberalizzazione prevede l’obbligo di licenza per le tabaccherie, per tutte le altre attività vi è solo la necessità di comunicare al Comune di riferimento la data di apertura dell’attività attraverso un modulo chiamato SCIA (segnalazione Certificata di Inizio Attività) in cui vanno indicati i parametri relativi alla conformità urbanistica, edilizia, ambientale e igienico-sanitaria.

Ma attenzione, per avviare un’attività commerciale la normativa stabilisce anche il possesso di determinati requisiti morali, tra cui l’impossibilità a diventare imprenditore per colui che:

  • è stato dichiarato fallito;
  • è stato condannato con una pena minima di tre anni per un reato non colposo;
  • è sottoposto a norme restrittive come il divieto o l’obbligo di soggiorno o una limitazione della libertà personale.

Vincoli e regole comunali per avviare un’attività commerciale 

avviare un'attività commerciale

Avviare un’attività commerciale è quindi più semplice oggi che in passato, ma oltre a tali regole generali bisogna considerare anche i vincoli imposti a livello locale dai vari Comuni. In alcune città come Roma sono in vigore regole molto rigide che regolamentano le nuove aperture nel centro storico. Il regolamento approvato dalla Giunta Capitolina vieta l’apertura di nuove attività diverse da quelle tutelate, ponendo un divieto a:

  • friggitorie,
  • rosticcerie e negozi di kebab
  • centri massaggi
  • compro oro
  • vendita per mezzo di apparecchi automatici

Al fine di tutelare le attività storiche e il decoro cittadino il Comune di Roma ha imposto poi un divieto all’apertura di attività di vicinato per quanto riguarda artigiani, alimentari, vendita al dettaglio in tutti i quartieri che rientrano dell’area UNESCO e ha delineato poi una serie di regole precise e più restrittive legate alle nuove aperture di alimentari, al tipo di attività commerciali autorizzate e anche sulla qualità dei prodotti in vendita. Vengono poi fissati dei paletti ben precisi per le attività in cui si somministrano alimenti e bevande.

Oltre a tutto questo per avviare un’attività commerciale nel centro storico di Roma, per esempio, si deve individuare un locale con una destinazione d’uso adeguata ad ospitare la tipologia di attività in questione e che soddisfi i requisiti richiesti dalla ASL.

Come avviare un’attività commerciale senza problemi

Aprire un’attività nel centro storico può rivelarsi un’idea vincente, ma a patto che si compiano tutti i passi necessari sia dal punto di vista pratico che burocratico. Se non sai come orientarti in questo mare di pratiche e normative la cosa migliore che puoi fare è richiedere una consulenza a dei professionisti del settore.

Rivolgendoti a Gi.Pa. In Formazionetroverai un team di persone qualificate, capaci di rispondere ad ogni problematica. La consulenza va dalla ricerca del locale migliore fino allo alla progettazione dell’attività commerciale e al suo sviluppo con soluzione chiavi in mano.

Come aprire un B&B a Roma originale e funzionale

Ecco come aprire un B&B a Roma e quali sono i passi da compiere

A differenza di quanto avveniva in passato, e cioè quando l’albergo era l’unica soluzione possibile per soggiornare lontano da casa, ad oggi gran parte del settore dell’ospitalità turistica è “home made”. Soluzioni come i Bed&Breakfast sono sempre più richieste perché offrono ai turisti meno vincoli di orari e la possibilità di visitare una città immergendosi nel territorio. Aprire una struttura di questo tipo in una città d’arte come Roma può rivelarsi quindi un ottimo affare. Se questo è il tuo sogno, in questo articolo ti spieghiamo come aprire un B&B a Roma.

Come aprire un B&B a Roma? Segui la normativa di riferimento

In base alla vigente normativa il B&B è una struttura ricettiva gestita da privati, i quali mettono a disposizione le camere della propria abitazione in un numero limitato. La regolamentazione varia da regione a regione: nel Lazio si fa riferimento al Regolamento delle strutture ricettive extralberghiere. In base a questo regolamento, a cui devono adeguarsi anche affittacamere e case vacanza, i Bed&Breakfast sono le strutture sottoposte a maggiori vincoli, ma anche quelle con maggiori possibilità di guadagno.

Scelta e arredamento della location

come aprire un b&b a roma

La location in cui si decide di aprire un B&B è molto importante: è meglio se si trova in centro o nelle immediate vicinanze, ma ad essere richieste sono anche le zone ben collegate dal servizio pubblico. Una volta individuato l’appartamento bisogna poi accertarsi se il regolamento condominiale in cui si trova vieta espressamente la possibilità di mettere in piedi un’attività extralberghiera.

L’intera struttura e anche l’arredamento, devono essere conformi alle norme di sicurezza igienico sanitarie in vigore: tutti gli ambienti devono essere dotati di finestra, i bagni ciechi muniti di aeratore, deve esservi una sala comune con cucina dove si possono consumare i pasti e tutto deve essere accessibile ai disabili. Per scegliere i mobili il consiglio è quello di pensare al target di clientela: ad esempio, per le famiglie con bambini è bene prevedere un servizio adeguato ad accogliere i più piccoli, magari decorando una stanza con adesivi murali.

Nelle camere si può sperimentare con il colore, scegliendo tonalità diverse per le varie stanze in cui inserire biancheria delle stessa tonalità di colore o in netto contrasto. Stesso discorso si può fare per gli arredi: in ogni camera deve essere presente un letto (comodo), un armadio, una scrivania con sedia, un posa valigie, un cestino, uno specchio. Il look meglio se armonioso, partendo dalla cura della stanza di ingresso perché è la prima che vedranno gli ospiti e anche la parte esterna della struttura. In più, i fiori freschi aiutano a rendere piacevole l’ambiente così come appendiabiti e portaombrelli sono sempre graditi.

B&B a Roma: imprenditoriale o non imprenditoriale?

come aprire un b&b a roma

Premessa necessaria: i Bed & breakfast possono essere imprenditoriali o non imprenditoriali.

I B&B non imprenditoriali:

  • possono dare ospitalità per un massimo di 90 giorni consecutivi,
  • devono avere un soggiorno di almeno 14 metri quadrati con angolo cottura o cucina annessa
  • il titolare ha l’obbligo di residenza e domicilio presso la struttura, in cui deve riservarsi una stanza da letto.
  • la gestione è svolta saltuariamente
  • la struttura non può avere più di 3 camere e 6 posti letto.

In più, l’alloggio deve comprendere anche l’erogazione della prima colazione.

Nella Città metropolitana di Roma Capitale e nel Comune di Roma il periodo di inattività è pari a 120 giorni all’anno, mentre in altri comuni sono solo 90.

Mentre nei B&B in forma imprenditoriale la gestione è continuativa, la struttura può avere non più di 4 camere e max 8 posti letto. Anche in questo caso è prevista l’erogazione della colazione.

Perché farsi aiutare da un consulente prima di aprire un B&B?

Al pari di ogni altra attività commerciale, prima di iniziare a lavorare bisogna preparare un business plan dell’attività in cui inserire eventuali costi per:

  • i lavori di adeguamento della struttura,
  • l’adeguamento alle normative
  • la gestione ordinaria come affitto, bollette, condominio, pulizie, manutenzione, commissioni da pagare ad agenzie.

Tali spese, più le tasse, andranno sottratte ai ricavi.

Se vuoi aprire un B&B in forma imprenditoriale puoi verificare la possibilità di accedere ad un regime fiscale agevolato forfettario. Per alcune categorie di persone (giovani, donne, over 50, ecc.) vi è anche la possibilità di richiedere finanziamenti agevolati o a fondo perduto messi a disposizione dalla regione o dalla comunità europea.

La fase di start up è molto importante perchè devi partire con tutte le carte in regola e con una struttura a norma di legge. Richiedere all’inizio una consulenza per la tua attività può essere la chiave del successo e rivolgendoti a dei professionisti in grado di supportarti in ogni fase del lancio e della realizzazione del tuo B&B come Gi.Pa.In Formazione ti servirà per evitare problemi e accorciare i tempi. Il Team specializzato, infatti, studierà un progetto su misura per te e aiutarti anche nel disbrigo di tutta la parte burocratica.

5 consigli per chi vuole aprire un’attività di ristorazione

aprire un'attività di ristorazione

Ecco come aprire un’attività di ristorazione di successo

Come per ogni altro tipo di progetto, aprire un’attività di ristorazione che sia di successo significa non solo trovare molti clienti ma anche riuscire a trattenerli il più a lungo possibile. In questo, la cucina svolge di certo un ruolo, ma al contrario di quanto credono in molti non è l’unico fattore.

Aprire un’attività di ristorazione significa avviare un’azienda vera e propria con tutto ciò che comporta. Bisogna pianificare bene il lancio dell’impresa, studiare il target di riferimento della clientela, scegliere bene la location e studiare i competitor per proporre qualcosa di nuovo e interessante. Se il tuo sogno è quello di aprire un ristorante, non devi farti scoraggiare dal fatto che ce ne sono già molti in giro: compiendo tutti i passi necessari puoi trasformare il tuo sogno in realtà che darà i suoi frutti.

5 idee per avviare un’attività di ristorazione

aprire un'attività di ristorazione

1. Cura location e arredamenti

Per aprire un’attività di ristorazione non basta disporre di qualche tavolo in sala e pensare che il menù attragga le persone. Perché i clienti dovrebbero varcare la soglia? Da cosa dovrebbero essere attratti? Dedica attenzione alla location che sarà il tuo biglietto da visita e ricorda che le persone hanno la tendenza a giudicare un locale da come si presenta: definisci in anticipo un’identità precisa e scegli un arredamento capace di creare un’atmosfera accogliente per migliorare l’esperienza dei clienti. Per i mobili usa materiali capaci di rispecchiare quanto proponi nel menù: ad esempio legno e marmo vanno bene in una trattoria, materiali di pregio e tessuti ricercati sono invece indicati in un ristorante di lusso.

2. Organizza bene gli spazi

Dividi in modo adeguato l’area destinata ad accogliere i clienti da quella riservata al personale, ma in modo tale che siano ben collegate tra loro per favorire il servizio. In più, progetta un’area da destinare alla preparazione dei piatti e alla conservazione dei cibi. Se l’edificio lo consente studia un ingresso a parte per lo scarico delle merci ma soprattutto assicurati che la location sia a norma dal punto di vista igienico sanitario e strutturale.

3. Differenzia il tuo locale

Ci sono altri ristoranti nella zona in cui vuoi aprire? Non è un problema, basta che tu sia capace nel proporre qualcosa di nuovo. Definisci in anticipo lo stile del tuo locale e scegli un tema culinario che può aiutarti ad attrarre il tuo cliente tipo.

4. Assicurati di partire con tutte le carte in regola

Per aprire un’attività di ristorazione devi essere qualificato e possedere una tra le seguenti opzioni: una qualifica o un diploma di Istituto Alberghiero e aver frequentato un corso SAB (Somministrazione Alimenti e Bevande). C’è poi la parte burocratica da espletare nella quale è necessario essere in regola con documenti e licenze. Se non parti con tutte le care in regola, corri il rischio di subire uno stop forzato della tua attività o addirittura subire una chiusura.

5. Richiedi una consulenza per l’avvio della tua start up

In Italia ci sono attualmente 190 mila ristoranti, ma le statistiche non sono delle migliori: in media uno su quattro chiude nel giro di pochi mesi, alcuni addirittura entro tre mesi dall’inaugurazione. Un consulente esperto può aiutarti a progettare al meglio la tua attività commerciale partendo dalle basi, ovvero dalla definizione della forma giuridica con cui intraprendere il percorso, per poi assisterti nella redazione di un business plan per sostenere il lancio e l’avvio del tuo locale, può inoltre aiutarti a scegliere e arredare la location nel modo migliore e nel rispetto delle normative in materia. In altri casi può anche aiutare a rilanciare un ristorante in crisi!

A chi rivolgersi per aprire un’attività di ristorazione

aprire un'attività di ristorazione

Se stai cercando un consulente esperto in materia che ti dia consigli su come progettare il tuo ristorante e lanciarlo in poco tempo, puoi rivolgerti a Gi.Pa. In Formazione, un team di professionisti con competenze trasversali pronto ad aiutarti in ogni fase. Gli architetti e gli interior designer svilupperanno per te un progetto ad hoc per definire l’identità del locale e studiare una soluzione di arredo che sia funzionale e al tempo stesso lo renda unico e speciale. Il tutto nel rispetto dello stile che più ti piace e del budget che hai a disposizione. Potrai renderti conto da subito di come sarà il tuo locale osservando i progetti in 3D ed i rendering fotorealistici che ti verranno proposti.

Gi.Pa. In Formazione non solo confezionerà per te un progetto su misura con soluzioni chiavi in mano ma ti aiuterà anche ad espletare tutta la parte burocratica legata all’avvio dell’attività. Questo anche grazie al lavoro di squadra con A.P.R.E. Roma, azienda leader nel campo della consulenza fiscale e del lavoro e Chemichal S.r.l., tra le più note aziende nel settore della progettazione, sicurezza alimentare e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Cosa serve per aprire un centro estetico?

cosa serve per aprire un centro estetico

Cosa serve per aprire un centro estetico e quali sono i passi da compiere

In questo articolo ti spieghiamo cosa serve per aprire un centro estetico e anche perché avviare un’attività di questo tipo può rivelarsi oggi una mossa vincente.

I centri estetici sono tra i luoghi più frequentati insieme a palestre, beauty farm e solarium. I clienti, sia donne che uomini, amano prendersi cura di se stessi e sono alla ricerca di piccoli momenti di relax.

Prima di aprire un centro estetico bisogna valutare con attenzione diversi fattori, anche in considerazione del fatto che si tratta di un business soggetto a molta concorrenza:

  • la professionalità è il primo requisito essenziale poiché i clienti sono alla ricerca di serietà e affidabilità;
  • per essere competitivi è necessario che si utilizzino prodotti di qualità e che si scelga personale qualificato;
  • per quanto riguarda l’attività, oltre ai trattamenti standard, è consigliabile scegliere un’area di specializzazione per differenziarsi dai competitor e definire un target di clientela. Potrebbe ad esempio essere un tipo di epilazione permanente innovativa, o la manicure realizzata con una tecnica particolare.

Cosa serve per aprire un centro estetico: l’iter burocratico

cosa serve per aprire un centro estetico

Una volta studiati bene i fattori precedentemente riportati, bisogna avere chiare le adempienze burocratiche e qualunque cosa serva per aprire un centro estetico:

  • Il gestore, o uno dei soci, deve possedere la qualifica professionale di estetista: è un diploma rilasciato dalla Camera di Commercio e concede l’idoneità a costituire una impresa. L’attività deve poi registrare la sua presenza alla CCIAA (Camera di Commercio Industria Agricoltura Artigianale) dove si trova il Registro Ditte e l’Albo delle Imprese Artigiane.
  • È necessario poi rivolgersi al Comune di appartenenza per ottenere la licenza.
  • Per aprire il centro estetico è necessario anche il nulla osta rilasciato dalla ASL locale: il luogo che ospita l’attività e le attrezzature devono quindi essere in linea con le norme igienico sanitarie. A tal fine è necessario verificare la destinazione d’uso dei locali, l’agibilità, la concessione edilizia.

La location perfetta per un centro estetico

Il locale scelto per ospitare l’attività, oltre ad essere a norma di legge, deve essere abbastanza ampio per poter dividere gli spazi in aree da destinare ai vari trattamenti. Inoltre, l’attività otterrà maggiori guadagni se posizionata in una via frequentata e se arredata con gusto e semplicità. La clientela di un centro estetico è molto esigente, sempre alla ricerca di professionalità, qualità e novità: perché ciò che le persone desiderano è entrare in un posto in cui possono sentirsi bene e coccolate. È importante quindi, oltre a dover studiare servizi sempre al passo con i tempi, creare un’atmosfera calda e accogliente: un’idea potrebbe essere quella di puntare su colori chiari per mobilio e pareti ed utilizzare luci soffuse.

Non resta che avviare la start-up!

cosa serve per aprire un centro estetico

Se vuoi aprire un centro estetico hai due opportunità:

  • trovare un locale adatto e avviare un’attività partendo da zero
  • rilevare un’attività già avviata

Come per ogni altra tipologia di attività commerciale di successo, anche per un centro estetico è importante pianificare con cura l’avvio dell’impresa predisponendo un business plan utile per accedere eventualmente fosse necessario a  finanziamenti.

I fattori da considerare sono tanti, come tante sono le normative da rispettare e la burocrazia con cui confrontarsi, di conseguenza richiedere una consulenza iniziale significa investire sul successo dell’attività.

Se sei alla ricerca di professionisti che possano aiutarti a pianificare con cura l’avvio del tuo centro estetico puoi rivolgerti a Gi.Pa. In Formazione: il team può seguirti dall’idea al progetto, in ogni fase di realizzazione fino alla consegna del locale chiavi in mano corredato di ogni carta o autorizzazione necessaria. Gi.Pa. In Formazione può inoltre supportarti nella ricerca di finanziamenti e opportunità a sostegno della tua impresa e anche nell’individuazione della location più adatta alle tue esigenze. Per lanciare al meglio il centro estetico può sviluppare per la tua attività anche soluzioni di brand identity e preparare piani di comunicazione mirati.

Aprire un locale innovativo: perché puntare sullo street food

Se vuoi aprire un locale innovativo scegli la formula dello street food

Vuoi aprire un locale innovativo? Prova con un’attività di street food. Il concetto di certo non è nuovo, ma in questo periodo storico sta vivendo una nuova ondata di fortuna. Quello del cibo di strada, noto come street food, è un mestiere antico che gode di una nuova attenzione. Si è passati dal semplice camioncino ambulante a furgoni più creativi e originali (i food truck) in cui il cibo non solo viene servito, ma anche cucinato. Le attività di street food sono ovviamente itineranti, ormai presenti ad ogni festival, saga, manifestazione o evento e quando non ci sono appuntamenti in programma basta parcheggiare in spazi aperti al pubblico e iniziare a lavorare.

Questo genere di attività rientra in quella che viene definito informal food sector (settore del cibo informale) in cui il cibo non si mangia con la formula del take away. 

Perché aprire un locale innovativo itinerante

aprire un locale innovativo

Il target di riferimento di un’attività di street food è molto variegato: piace ai giovani per i prezzi bassi, piace ai lavoratori che possono consumare un pasto veloce in pausa pranzo, piace a chi si reca ad una fiera e vuole mangiare mentre continua a godersi l’evento. Ad andare forte sono soprattutto le attività che decidono di vendere prodotti tipici o regionali: per i clienti è anche un modo per riscoprire delle prelibatezze della nostra nazione. Vanno bene anche le proposte di nicchia come il bio, il veg, l’etnico, le gelaterie o le yogurterie.

I clienti preferiscono il cibo gourmet, ma attenzione: la proposta culinaria non è l’unico fattore che determina il successo dell’attività. Come per qualsiasi altra impresa commerciale è necessario un progetto innovativo che sostenga l’idea imprenditoriale ed è poi necessaria una pianificazione iniziale molto attenta: un business plan preciso, l’adempimento di tutti i passi burocratici e l’allestimento del veicolo in modo tale che risulti accattivante agli occhi dei clienti.

Quali sono i requisiti e le licenze necessari?

aprire un locale innovativo

Per aprire un’attività di street food, la legge prevede che il titolare (o un preposto) debba possedere almeno uno dei seguenti quattro requisiti:

1. essere in possesso di un diploma di scuola secondaria superiore o di laurea in cui sono previste materie del commercio, preparazione e somministrazione di alimenti ;

2. aver maturato almeno 2 anni di esperienza (negli ultimi 5 anni) nel settore del commercio alimentare o della somministrazione;

3. aver frequentato con esito positivo un corso professionale per il commercio, la somministrazione o la preparazione di alimenti e bevande;

4. essere in possesso dell’iscrizione al REC.

Esistono poi due tipologie differenti di licenze: di tipo A e di tipo B.

  • La licenza di tipo A è concessa dal Comune di appartenenza e consente di svolgere l’attività in un punto fisso. Questa licenza è valida in tutto il territorio regionale, ma consente anche di prendere parte alle fiere che si svolgono in altre regioni italiane. La richiesta deve essere inviata almeno 30 giorni prima della pubblicazione dei posti disponibili (bisogna verificare il mese) e può essere ritirata se il food truker matura troppe assenze o esercita l’attività in modo non regolare.
  • La licenza di tipo B è per le attività itineranti, quelle cioè che non stazionano in un punto fisso. Permette di recarsi in tutte le fiere italiane, ma ogni volta bisogna accordarsi con il Comune in cui si va per capire quali sono i posteggi liberi. A differenza della A la licenza B è gratuita e non prevede tassa di rilascio o di rinnovo.

A chi rivolgersi per aprire un locale che sia davvero innovativo

Per aprire un locale innovativo bisogna pensare in grande ed è essenziale pianificare con cura ogni passo del progetto imprenditoriale partendo dal business plan fino alla scelta e all’allestimento del mezzo. La fase di start up è particolarmente importante, se vuoi aprire un’attività di successo nel tempo devi partire con tutte le carte in regola, anche se spesso orientarsi tra pratiche e uffici non è cosa semplice.

Se non sai come fare puoi richiedere una consulenza a dei professionisti capaci di seguirti in ogni fase del tuo sogno imprenditoriale: dall’idea alla realizzazione pratica. Gi.Pa. In Formazione può studiare per te un progetto su misura in base al budget che hai a disposizione e questo anche grazie al lavoro di squadra con due importanti società. A.P.R.E. Roma, azienda leader nel campo della consulenza fiscale e del lavoro e Chemichal S.r.l., fra le più affermate aziende nel settore della progettazione e sicurezza alimentare e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Se vuoi partire alla grande, affidati a dei professionisti seri: contattaci per avere subito una consulenza!

Come progettare un ristorante e avviarlo brevemente

Guida per ristoratori: come progettare un ristorante per avviare un’attività di successo

Hai in progetto l’apertura di un ristorante, ma non sai da dove iniziare? Se stai rilevando un’attività già esistente o ti stai affacciando per la prima volta al mondo della ristorazione, capire come progettare un ristorante nel modo giusto è la chiave per renderlo un’attività di successo.

Un errore comune è pensare che per aprire un ristorante basti una cucina attrezzata e una sala con tavoli e sedie. In realtà, tutto questo non è sufficiente per attirare clienti: buon cibo e gentilezza dovrebbero essere sottintesi e serve molto di più! Quello su cui dovresti per fare in modo che il tuo locale si differenzi dagli altri, è concentrarti sul come progettare un ristorante per far sì che i clienti lo scelgano e decidano di tornarci.

Perché è importante creare la giusta atmosfera

Sono tante le cose da considerare prima di aprire un bar o un ristorante. Il progetto di un nuovo locale, infatti, deve tenere conto del tipo di attività che si intende avviare e del target di riferimento: si possono ideare locali molto diversi tra loro, dalle sale ricevimento per matrimoni, fino a ristoranti o pizzerie.  Ogni progetto, poi, si rivolge a un tipo di clientelasempre diversa e ad hoc.

Altra cosa da considerare è il contesto: nessuno ha voglia di gustare un buon piatto in un ristorante trascurato, per questo bisogna creare la giusta atmosfera per accogliere i clienti e presentare al meglio la cucina. Alcune statistiche di settore, infatti, indicano che il 39% dei clienti afferma di tornare in un ristorante se trova il locale di suo gradimento. Per questo, puoi considerare anche una ristrutturazione come investimento: puoi stare certo che un restyling ben fatto ti garantirà un ritorno economico in termini di affluenza!

Ci sono però anche caratteristiche che possono penalizzare la tua struttura, tra cui:

  • I tavoli sistemati troppo vicini tra loro che rendono difficoltoso il passaggio dei camerieri.
  • L’eccessivo rumore in sottofondo.
  • Le luci troppo soffuse o troppo forti.
  • Gli odori intensi provenienti dalla cucina.
  • L’inadeguatezza dei bagni.
  • Il colore delle pareti.
  • La mancanza di appendiabiti.
  • L’altezza delle sedie non adeguata al tavolo.

Tutti questi fattori di demerito possono derivare da un’errata progettazione della struttura che non tiene conto della pianta del ristorante, dei suoi punti di forza o peculiarità: su 10 clienti ben 4 non tornano se l’atmosfera non è quella giusta, che tradotto in termini di guadagno si tratta di una bella cifra in perdita.

I nostri consigli su come progettare un ristorante

Hai già deciso che tipo di ristorante vuoi aprire: una pizzeria? Una trattoria? Un locale elegante? Questa premessa è d’obbligo per partire con una progettazione corretta della struttura. Tra gli altri fattori da considerare ci sono:

1. Tipologia del servizio

Un ristorante che offre il servizio al tavolo sarà ideato diversamente da uno in cui si prevede il self-service. Bisogna quindi definire a priori l’identità del locale, gli obiettivi che si intendono raggiungere e il target di riferimento.

2. Organizzazione degli spazi

La planimetria del ristorante va studiata con cura per definire lo spazio destinato ad accogliere il pubblico e riservare una parte dei locali al personale per la conservazione e per la preparazione degli alimenti: tali zone devono essere ben collegate per garantire ai clienti un servizio efficiente ed è anche necessario tenere conto della normativa relativa alla progettazione della cucina di un ristorante. 

Le norme igienico-sanitarie prevedono regole specifiche per la conservazione degli alimenti: bisogna quindi prevedere spazi adeguati per garantire le diverse condizioni termiche e igieniche legate ai differenti cibi. Analizzando le planimetrie dei locali, in base alle condizioni logistiche dell’edificio, può essere utile prevedere un ingresso a parte per lo scarico delle merci.

Anche la zona dedicata alla preparazione delle pietanze deve essere studiata e allestita nel rispetto della normativa in materia, considerando anche lo spazio necessario a ospitare tutte le attrezzature utili per svolgere il lavoro. Si può anche prevedere una stanza-ufficio dove svolgere tutti gli aspetti amministrativi dell’attività.

Insomma, tutto deve essere studiato per facilitare gli spostamenti del personale e migliorare l’esperienza di permanenza dei clienti.

A chi rivolgerti per progettare il tuo ristorante?

Se vuoi progettare un ristorante che rispecchi la tua idea di locale e che sia realizzato nel rispetto del budget che hai stabilito, la cosa migliore che puoi fare è rivolgerti a professionisti del settore ristorativo.

Da GIPA Consulting puoi trovare un team di esperti con competenze trasversali, pronti a studiare la progettazione del tuo ristorante curandone ogni aspetto, dall’individuazione dei locali, alla campagna di marketing fino alla scelta dell’arredo: inostri interior designer e architetti svilupperanno per te un progetto in 3D per definire l’identità del locale e una soluzione di arredo rispettosa del tuo stile e delle tue necessità lavorative.

Potrai subito renderti conto della validità del progetto valutando i rendering fotorealistici studiati per il tuo locale grazie alla collaborazione con A.P.R.E. Roma, azienda leader nel campo della consulenza fiscale e del lavoro con Chemichal S.r.l., fra le più affermate aziende nella progettazione e sicurezza alimentare e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Se ne avrai bisogno, potremo anche confezionare per te un progetto su misura con soluzione chiavi in mano, aiutandoti anche nell’elaborazione e compilazione dei documenti per aprire l’attività: contattaci per saperne di più.

Perché aprire un pub può essere un’idea commerciale redditizia

Vuoi aprire un pub? Ecco da dove partire e a chi rivolgerti per una scelta vincente

Vorresti avviare un’attività imprenditoriale e stai pensando all’apertura di un pub? A Milano così come a Roma e nelle altre grandi città e nei centri più piccoli, aprire un pub o un bar, vuol dire avviare delle attività potenzialmente di successo.  

I pub sono locali importati in Italia dalla Gran Bretagna, ambienti familiari perfetti per passare una serata fuori casa e incontrare gente e bere birra, magari mentre si ascolta musica live.  I pub sono sempre molto affollati, soprattutto se situati in zone di passaggio o nei centri storici delle città.

Aprire un pub, quindi, è una buona idea, ma se realizzata con cautela. Ecco allora dei consigli per avviare quest’attività e raggiungere il successo.

Quanto costa aprire un pub?

Se ti stai domandando quanto costa aprire un pub, però, non è possibile dare una risposta univoca, perché le variabili sono molte: affitto o acquisto dei locali, arredo, forniture, permessi. Il tuo investimento iniziale può però essere recuperato nel giro di poco tempo, a patto che l’avvio della tua start up sia pianificato con cura in ogni dettaglio. Aprire un pub ha costi legati alla sede fisica in cui operare e all’arredamento, a cui si aggiungono aspetti amministrativi e burocratici per ottenere requisiti e licenze necessari per lavorare.

Come aprire un pub: le fasi per avviare il tuo business

La fase iniziale si concentra sulla scelta della location e sull’individuazione del target di riferimento, ovvero il posto dove vorrai far sorgere il tuo locale e la clientela che hai pensato di accogliere. Vediamo però tutti gli step da seguire per non sbagliare e investire al meglio il tuo budget:

1. Scelta della location

Si fa presto a dire voglio aprire un pub: sì, ma dove? Quando si decide di avviare un’attività la scelta della location è fondamentale. Aprire un pub in un quartiere poco frequentato non è una delle scelte migliori, al contrario individuare un locale per avviare un pub in una delle zone in cui si concentra la movida cittadina potrebbe far lievitare di molto i guadagni dell’attività. Per scegliere la location più adatta si deve tenere conto di alcuni criteri: una strada ad alto scorrimento, anche se indubbiamente frequentata, potrebbe dissuadere i clienti ad entrare, sia per via del rumore che per la difficoltà di trovare parcheggio. Nel caso di un locale notturno è vero però che le regole sono un po’ meno rigide e a decretare il successo di un locale è il gradimento della clientela. Se si organizzano serate a tema o se nel menù sono previste birre particolari, le persone sono anche disposte a spostarsi.

2. Scelta del target di riferimento

Vuoi avere successo? Rispetta i seguenti requisiti per aprire un pub: differenziarsi, intrattenere, offrire qualcosa di nuovo o di speciale. In questo conta ovviamente la scelta del target di riferimento che dovrà essere pianificata a priori prima di avviare la start up. Qual è il bacino di utenza di riferimento? Scegliendo ad esempio di aprire un pub per accogliere giovani e universitari la scelta della location deve ricadere nei pressi delle facoltà o nei quartieri in cui si concentrano gli alloggi degli studenti. Se invece il target si orienta su quello turistico, il centro cittadino è l’ideale e il locale perfetto sarà nei pressi delle maggiori attrattive. In questo caso bisogna però prestare molta attenzione: non tutti i locali vanno bene e non tutti possono ottenere licenze per aprire un pub, bisogna attenersi alle regole comunali che ne decretano l’idoneità e bisogna poi considerare che alcuni comuni hanno imposto dei vincoli all’apertura di nuove attività per tutelare il pregio di alcune zone.

3. Piani di comunicazione e sviluppo della brand identity.

Le scelte strategiche come l’individuazione della location e lo studio del target di clientela di riferimento devono essere supportate dallo sviluppo di piani di comunicazione e di marketing e dalla costruzione della brand identity del locale. L’obiettivo è quello di rendere noto a più persone possibile che è stato aperto un nuovo locale, ma anche caratterizzarlo e distinguerlo dalla concorrenza studiandone un’identità ben definita raccontando la storia del locale per incrementare il valore percepito del servizio o dei prodotti.

Si possono sfruttare a tal fine le potenzialità di mezzi di comunicazione tradizionali, come locandine o volantini, e anche le opportunità offerte dai mezzi digitali avviando campagne di marketing online sui social.


A chi rivolgerti per aprire il tuo pub con stile e originalità?

Ti abbiamo illustrato a grandi linee cosa serve per aprire un pub, passare all’atto pratico non è però semplice. L’aiuto di un professionista può aiutarti a velocizzare i processi di apertura del tuo pub e soprattutto a non incorrere in errori in fase di progettazione della tua idea. Se sei alla ricerca di un consulente, che possa illustrarti come aprire un pub, i costi  e le formalità da sbrigare, puoi rivolgerti a GIPA Consulting e richiedere una consulenza per valutare il tuo progetto sotto ogni punto di vista.

I consulenti di GIPA Consulting ti accompagnano nel lancio della tua attività fino all’apertura con soluzioni chiavi in mano. Puoi ricevere assistenza dalla ricerca della location, all’arredamento, dallo sviluppo del concept, fino alla realizzazione pratica dei lavori e all’avvio di tutte le pratiche amministrative necessarie come l’ottenimento della licenza.

Ecco cosa possiamo fare per te:

  • supportarti nella ricerca e nell’individuazione dei locali idonei;
  • effettuare sopralluoghi per studiare un piano di intervento;
  • realizzare una progettazione tecnica e igienico sanitaria, ovvero controllo della fattibilità presso i competenti enti;
  • effettuare la ristrutturazione del locale;
  • sviluppare un rendering 3D che ti permette di visualizzare come verrà il tuo locale con arredi e illuminazione;
  • trasmettere la documentazione necessaria all’avvio dell’attività presso gli uffici competenti;
  • sviluppare piani di comunicazione e brand identity per supportare il lancio dell’attività.

Una consulenza per aprire un pub può essere fondamentale per costruire il successo del tuo locale, chiedi subito informazioni e trasforma in realtà il tuo sogno imprenditoriale!

Documenti per aprire un’attività commerciale: i più importanti

Sogni un progetto imprenditoriale? Ecco i documenti per aprire la tua attività commerciale

Hai deciso di metterti in proprio e stai pensando all’apertura di un esercizio commerciale? Che si tratti di un negozio di abbigliamento, di un alimentare o di una drogheria, aprire un’attività commerciale è un grande passo dal punto di vista professionale e anche personale. Diventando imprenditore sarai tu stesso a occuparti di ogni aspetto della gestione dell’azienda, guadagni autonomia e sarai tu a definire il tuo margine di azione.

Vediamo quali sono i principali documenti per avviare un’attività e dare vita al tuo progetto imprenditoriale.

Da dove iniziare?

L’apertura di una nuova attività commerciale è sempre accompagnata da una buona dose di entusiasmo, anche se gli aspetti pratici da considerare sono molti, oltre alla ricerca del locale giusto, piccolo o grande che sia è necessario pensare a costi, licenze, requisiti: orientarsi non è affatto semplice!

Per iniziare con il piede giusto, è necessario progettare con cura l’avvio dell’attività commerciale. Le domande da porsi sono molte: cosa bisogna fare per aprire un’attività commerciale? Quali sono i passaggi burocratici da rispettare? Serve la licenza? Posso aprire qualsiasi tipo di attività? Cosa serve per aprire un negozio? Quale la forma societaria più adatta? I documenti per aprire un’attività commerciale sono diversi a seconda di quello che voglio vendere?

Partiamo subito con una buona notizia: aprire una nuova attività commerciale è oggi sicuramente più semplice che in passato grazie alle semplificazioni introdotte dal cosiddetto Decreto Bersani del 1998 che ha messo ordine nella materia snellendola al tempo stesso. Sono state definite le regole da rispettare, i requisiti essenziali richiesti agli imprenditori, e i documenti per l’apertura di un’attività commerciale.

Requisiti e documenti per aprire un’attività commerciale

L’iter burocratico-amministrativo per aprire un’attività commerciale è differente a seconda della tipologia di attività che si intende aprire ed al Comune di riferimento.

  • SCIA – Segnalazione Certificata di Inizio Attività

Per aprire un negozio è richiesto l’invio di una comunicazione al Comune in cui si indica la data di apertura e questo si fa per mezzo della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) che deve essere inoltrata allo SUAP (Sportello Unico delle Attività Produttive) istituito presso il Comune. In questo documento vanno riportati i dati in cui si indica la conformità urbanistica, edilizia, ambientale e igienico-sanitaria. È importante compilare con cura la modulistica della SCIA perché gli uffici preposti faranno riferimento a tale documento per eseguire dei controlli.

  • Licenza per un’attività commerciale

Uno degli effetti del Decreto Bersani è stato quello di favorire nuove aperture commerciali. L’obbligo di licenza per l’apertura di un negozio non è più necessario nella maggior parte dei casi, mentre sussiste ancora per le tabaccherie perché vendono prodotti soggetti al controllo dei Monopoli di Stato.

  • SAB – Somministrazione Alimenti e Bevande

Iniziare un’attività commerciale che prevede la somministrazione alla clientela di alimenti e bevande richiede maggiori requisiti.

Le attività di ristorazione e di commercio alimentare sono soggette alla normativa degli “esercizi di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande”, disciplinata dal D.lgs. n.59 del 2010, successivamente modificato dal D.lgs. 147/2012. Tra i vari documenti per aprire attività commerciale è richiesto il possesso del corso SAB (Somministrazione Alimenti e Bevande), – Ex Rec. È inoltre necessaria un’autorizzazione sanitaria rilasciata dalla Asl di competenza a certificazione dell’idoneità sanitaria del locale in cui si attesta che la zona in cui si lavora e si manipolano gli alimenti è composta nel rispetto dei requisisti igienici.

  • Iscrizione INPS e INAIL

Ogni apertura di una attività commerciale deve essere accompagnata dall’iscrizione all’INPS (Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale) e all’INAIL (Istituto Nazionale contro gli Infortuni sul Lavoro) per il titolare e per i dipendenti dell’attività.

Va comunque precisato che in sede di comunicazione di apertura attività, vanno prodotti una serie di documenti redatti da tecnici abilitati, in grado di sodisfare le richieste del Comune di riferimento, in funzione della tipologia delle specifiche attività commerciali.

Quali sono le limitazioni?

Quelli che ti abbiamo elencato sono, in linea generale, alcuni dei principali documenti per aprire un’attività commerciale, a cui possono aggiungersene anche altri se richiesti dal Comune. Le regole e i requisiti per aprire un’attività commerciale possono, infatti, essere diversi da una città all’altra.

Il Comune di Roma, per esempio, con la delibera n.47 di maggio 2018, ha stabilito nuove regole e deciso di limitare l’apertura di attività considerate non in linea con il pregio o il decoro dell’area. La normativa impone anche uno stop a nuove aperture di vicinato (per categorie di “alimentari” e “artigianato”) e definisce con precisione i criteri di qualità della merce vendibile. Il Comune di Roma è poi nuovamente intervenuto in materia con la delibera n.49 del 25 giugno 2019 che pur confermando l’impianto generale della precedente disciplina ha inserito novità in merito al consumo sul posto di prodotti alimentari e in relazione all’avvio di attività “tutelate” eliminando dei requisiti prima richiesti per aprire un’attività commerciale.

Documenti per aprire un’attività commerciale: a chi rivolgerti?

Come avrai capito i documenti per aprire un’attività commerciale sono diversi e basta poco per perdersi nell’ingranaggio burocratico. Se non vuoi incorrere in sanzioni odivieti, correndo anche il rischio di dover subire uno stop ad attività avviata, la cosa migliore che puoi fare è richiedere una consulenza aziendale in fase di apertura della start up.

Rivolgendoti a GIPA Consulting puoi trovare un team di professionisti pronto a darti consigli utili e che può aiutarti a partire con tutte le carte in regola, guidandoti nel complesso di regole e normative a cui la tua attività deve fare riferimento. I nostri servizi ci permettono di offrirti una consulenza a tutto tondo, ci occupiamo di ogni aspetto tecnico e burocratico legato all’avvio della nuova impresa, dalla fase progettuale e strategica, al lancio del locale, fino al post apertura.

Solo rivolgendoti ad un professionista del settore potrai partire con tutte le carte in regola e costruire il successo della tua attività.