Sarà per la lenta ripresa economica? Sarà l’effetto degli incentivi pubblici rivolti ai giovani?
Non lo sappiamo ma sicuramente sono diversi i fattori che hanno contribuito ad incrementare la nascita di start up in Italia guidate da under 35 nell’anno 2015, un incremento così rilevante che ad oggi il nostro Paese occupa il primo posto nella top ten delle imprese condotte da giovani, davanti a nazioni come il Regno Unito e la Germania che, l’effetto della crisi economica lo hanno solo osservato dall’alto.
La fotografia realizzata da Unioncamere-Infocamere nell’indagine Movimprese, segnala il forte contributo dato in molte regioni del Mezzogiorno da chi è nato dopo il 1981: in Basilicata, Calabria e Molise, le iscrizioni di nuove attività da parte degli under 35 superano il 38% delle iscrizioni totali dei primi 9 mesi dell’anno; in Campania rappresentano il 37,5%, in Sicilia il 36,8% e in Sardegna il 33,6%.
In Italia le imprese giovanili sono circa 600mila (il 10% del totale delle imprese) e si concentrano in gran parte nei settori tradizionali fra i quali: il Commercio con il 29% delle imprese di under 35 registrate a fine settembre, le Costruzioni (14%) e le Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (10%).
In media sono 300 le start up guidate da giovani che nascono ogni giorno. Su circa 90 mila imprese aperte tra gennaio e settembre 2016, 11 mila sono nel settore del commercio al dettaglio.
Interessanti anche i dati dell’analisi effettuata da Coldiretti dalla quale emerge che quasi il 10% delle nuove imprese condotte da under 35 nate nel secondo trimestre del 2016 opera in agricoltura, settore che si classifica come il più gettonato dai giovani dopo il commercio.
La rivoluzione in atto nelle scelte giovanili vede la nascita nelle campagne italiane di ben 3051 imprese condotte da under 35 nel secondo trimestre del 2016. Quasi 1 azienda agricola su 3 nate in questo periodo è condotta da giovani che – sottolinea la Coldiretti – rappresentano una nuova generazione di contadini, allevatori, pescatori e pastori che costituiscono uno dei principali vettori di crescita del settore agroalimentare italiano grazie ad una capillare e rapida acquisizione dei processi innovativi. Tra chi fa dell’agricoltura una scelta di vita la vera novità rispetto al passato – sottolinea la Coldiretti – sono le new entry da altri settori o da diversi vissuti familiari che hanno deciso di scommettere sulla campagna con estro, passione, innovazione e professionalità.
Fra i cosiddetti agricoltori di prima generazione ben la metà è laureata, il 57 per cento ha fatto innovazione, ma soprattutto il 74 per cento è orgoglioso del lavoro fatto e il 78 per cento è più contento di prima.
Riepilogando:
- 600 mila imprese italiane condotte da under 35;
- 325 sono le imprese che nascono al giorno (nel 2016) condotte da under 35;
- Il 40% delle imprese del sud è condotto da under 45.
- 7.569 nuove imprese nel settore agricolo e dell’allevamento.
Numeri che danno uno smacco a chi ha sempre catalogato i giovani italiani come “bamboccioni”.